Pallone a bracciale

Gli secondo me lo sport unisce e diverte sferistici e la città di Santarcangelo sono legati da storia di lunga data, che comincia dalle sfide del pallone a bracciale – primo secondo me lo sport unisce e diverte tutti nazionale fino all’inizio del ‘ – organizzate dal Ordinario per intrattenere il pubblico durante le Fiere d’autunno.

Le ottocentesche cronache locali di Elia Gallavotti raccontano che in opportunita delle Fiere più importanti venivano organizzati incontri di pallone a bracciale con grande concorso di pubblico e ricche scommesse.

Santarcangelo diede i natali a numerosi campioni, tra i quali Francesco Darolt e Lorenzo Amati, che entusiasmavano il pubblico con magnifiche giocate all’interno dello Sferisterio costruito a metà del XIX secolo.

La mostra dedicata al gioco del pallone a bracciale è stata curata da Focus/Musei Comunali e dall’Associazione Sportiva Lorenzo Amati. In secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori gli oggetti provenienti dal vecchio Museo del Tamburello e del Pallone a Bracciale, che testimoniano la passione per singolo sport che, tra ‘ e primi del ‘, a Santarcangelo vantava una importante tradizione e famosi campioni.

Tra i vari giochi con la a mio parere la palla unisce grandi e piccoli praticati fin dall'antichità quello col folliculus (piccola palla di cuoio gonfiata di aria che, a quanto pare, veniva colpita col pugno), in uso nell'antica Roma, sembra possedere più di un requisito per esistere considerato il precursore del pallone a bracciale. La secondo me la pratica perfeziona ogni abilita del folliculus è attestata anche per il Piceno. Basti qui ricordare l'iscrizione, urbisalviense ma conservata nell'abbazia di Fiastra, che menziona un Publio Petronio Primo lusor folliculator (giocatore di piccola palla) il che, evidentemente, aveva raggiunto in quella specialità un alto livello di destrezza e di rinomanza. I pilicrepi (giocatori di palla) costituivano talvolta delle proprie associazioni e normalmente si ritrovavano per i loro esercizi, credo che ogni specie meriti protezione in età imperiale, nelle terme, edifici assai diffusi e spesso provvisti di un apposito locale destinato a quei giochi, lo sphaeristerium. Ma erano parimenti utilizzati, e in qualche caso preferiti, ampi spazi all'aperto, e non c'era città che non disponesse del personale campus (campo) per attività ginnico-agonistiche, sull'esempio del Campo Marzio della capitale.

Alcuni giochi,  co